MARIA SHARAPOVA

Masha 600 300x234E’ il 26 aprile del 1986 quando nella centrale V.O Lenin, distante diciotto km da Cernobyl, in Ucraina, avviene il più grave incidente nella storia del nucleare. A causa di quel disastro Yuri Šarapov e sua moglie, residenti a Gomel, in Bielorussia a pochi km del confine ucraino, decidono di emigrare in Siberia, a Njagan dove il 19 aprile del 1987 nasce Marija Jur’evna Šarapova. Perché qualcuno decida di traslitterare il suo nome è questione di poco tempo: dopo un breve trasferimento a Soči, sulle rive del Mar Nero, a sette anni, su suggerimento di Martina Navratilova che l’aveva notata su un campo di Mosca, Marija si ritrova dirottata a Bradenton, in Florida nell’Accademia di Nick Bollettieri, che la presenta al mondo come Maria Sharapova. Diventata professionista nel 2002 vince tre tornei ITF consecutivi che le permettono di terminare l’annata al 186° posto della classifica mondiale. La vittoria del suo primo torneo WTA ai Japan Open, gli ottavi sul cemento di Los Angeles, dove costringe al terzo set Kim Clijsters ed il terzo turno a Wimbledon, le vale il premio di “newcomer of the year” per la stagione 2003. Nel 2004, sotto ai riflettori di Wimbledoncompie il primo capolavoro della sua carriera diventando la prima russa a vincere sui campi verdi del ‘All England Lawn Tennis and Croquet Club’. La siberiana conclude la stagione al quarto posto del ranking e si aggiudica pure il Master. Il 22 agosto del 2005 Maria Sharapova diventa numero uno del mondo ma per trionfare in un’altra prova dello Slam deve attendere il 2006, anno in cui si impone agli US Open in finale contro Justine Henin. Dopo un 2007 altalenante, in cui raggiunge la finale sia agli Australian Open che al Master, il terzo Slam arriva a Melbournenel gennaio 2008. Poi la sfortuna: un grave infortunio alla spalla la costringe a sottoporsi ad un intervento chirurgico. Il ritorno ai vertici avviene nel 2011, con la finale a Wimbledon.  Nel 2012 domina la stagione sulla terra rossa e grazie ai successi a Stoccarda, Roma e al Roland Garros ritorna numero uno del mondo. La vittoria di Parigi coincide inoltre con il Carrer Slam. Dieci anni nell’Olimpo del grande tennis, 4 Slam1 Master, per un totale di 29 titoli conquistati; cinque finali e dieci semifinali perse tra Slam e Master, Oltre ad un argento alle Olimpiadi di Londra 2012, dove è stata pure la portabandiera per la sua Russia, onore che non era mai stato concesso prima ad una donna. Nel 2013 si intasca i Premier di Indian Wells e Stoccarda e raggiunge la finale al Roland Garros. Il riacutizzarsi del dolore alla spalla destra la costringe a fermarsi dal mese di agosto in poi.

SCHEDA

Nome: Maria

Cognome: Sharapova

Data di nascita: Njagan, 26 aprile 1986

Altezza: 1.88

Peso: 59 kg

Best ranking: 1

Titoli: 29

Australian Open: 1 W – 2 F – 3 SF

French Open:  1 W – 1F – 2 SF – 3 QF

Wimbledon: 1 W – 1 F – 2 SF

US Open:  1 W – 2 SF

WTA Championships:  1W – 2 F – 2 SF

Olimpiadi: 1 A

Abbigliamento: Nike

Scarpe: Nike

Racchetta: HeadYouTek IG Instict

 

I COACH

Formatasi all’Accademia di Nick Bollettieri, Maria Sharapova ha conosciuto i primi grandi trionfi sotto alla guida di Michael Joyce da cui è stata seguita per sei anni. Dal 2010 al luglio 2013 ha avuto come guida lo svedese Thomas Hogstedt. Dopo una brevissima parentesi insieme a Jimmy Connors, la russa  dato inizio ad una collaborazione con l’olandese Sven Groeneveld.

 

ANALISI TATTICA

Il tennis di Maria Sharapova è praticamente esente da variazioni tecnico-tattiche e, per una serie di fattori fisici quanto legati alla sua indole, tutti i coach che l’hanno accompagnata durante la sua crescita tennistica hanno deciso di concentrarsi e sviluppare al massimo le potenzialità di pochi colpi. Maria è un’attaccante da fondo campo che, sorretta da due solidi e potenti fondamentalimira a prendere in mano le redini dello scambio in modo da comandare il gioco sin dalle fasi iniziali e di chiudere il punto il prima possibile.

Masha Tattica

ANALISI TECNICA

Servizio

Il procedimento che utilizza Maria Sharapova ogni volta che si appresta a servire potrebbe essere definito ‘rituale’. La posizione quasi frontale, le gambe distanziate, uno sguardo all’avversaria e, dopo aver fatto rimbalzare la pallina, di solito due volte, l’avvio del movimento. Maria alza la punta del piede sinistro, tiene la pallina sotto al profilo della racchetta e, durante il lancio, unisce le gambe per poi piegarle in modo da sfruttare al massimo la spinta del corpo. Un movimento fluido, estremamente pulito, che si conclude con un impatto che la proietta di un passo dentro al campo. La Sharapova predilige prime piatte, potenti, seppure ultimamente ha ottenuto ottimi risultati grazie a slice carichi di effetto che mantengono comunque un’ottima velocità. Pur ottenendo molti punti grazie al servizio Maria, in alcuni match, tende a commettere troppi diversi falli. Spesso, essi sono attribuibili a problemi legati al lancio di palla o a condizioni climatiche, come il vento, che pare condizionarla più del dovuto. Altre volte però Maria gioca delle seconde di servizio veloci quanto le prime, andando così incontro a rischi che possono per l’appunto determinare o un vincente o un doppio fallo. Una scelta tattica quindi, a conferma di come la russa preferisca ‘regalare un punto’ piuttosto che consentire all’avversaria di metterla in difficoltà con la risposta.

Masha Servizio

Diritto

In entrambi i fondamentali Maria Sharapova gioca colpi principalmente piatti. Il lieve top spin che impartisce alla palla le consente di acquisire quel minimo di copertura e precisione in più. Il suo diritto è solido, potente e, in fase di chiusura, produce esiti devastanti. In apertura, la Sharapova mantiene la racchetta piuttosto alta e tra essa, l’avambraccio ed il braccio è possibile scorgere un angolo di novanta gradi. La posizione compatta, gli appoggi stabili, contribuiscono a donare spinta alla palla durante l’impatto. L’ottima velocità di braccio e il controllo che riesce ad ottenere con il polso, le consentono inoltre didistinguersi quando colpisce in allungo. Seppur più fallosa rispetto al rovescio, sia in risposta che durante lo scambio, tende a cercare il diritto non appena intuisce che le si sta profilando un’occasione di chiusura.

Masha Diritto

Rovescio

Il rovescio è forse il colpo più affidabile di Maria Sharapova. Supportato da un’impostazione classica, quando affronta un rovescio, Masha è di fianco, in perfetto equilibrioha le braccia leggermente piegate e, durante l’impatto, può contare sul coinvolgimento del busto quanto delle gambe. In fase di chiusura porta la racchetta alta dietro alla testa e ruota il corpo in una posizione frontale; in tal modo può sfruttare un buon dinamismo e recuperare il centro del campo il più rapidamente possibile. Potente ed incisivo ma anche preciso, contraddistinto da un timing eccelso e capace di scovare angoli che di diritto si preclude; il rovescio a due mani della Sharapova può essere considerato un colpo da manuale.

Masha Rovescio

Gioco al volo

Si può dire che il gioco al volo non è contemplato nel repertorio di Maria. Eppure, contrariamente a quanto si sarebbe portati a credere la russa non è sprovvista di un certo ‘tocco’. Non sono poi così rare le volte che, attirata a rete, ha sfoggiato soluzioni di classe, come contro smorzate o passanti stretti, proibitivi per una tennista priva di talento. Resta il fatto che difficilmente Maria cerca la rete e, se lo fa, è per chiudere con schiaffi al volo o al limite smash. Sicuramente la Sharapova non possiede la reattività muscolare, la posizione ed i riflessi di un’attaccante pura ma, rimane il dubbio che questi ‘deficit’ non siano semmai attribuibili a una mancanza di abitudine nel misurarsi in certi contesti. E forse non poteva essere diversamente: non dimentichiamo che Maria è stata costruita, programmata, per essere un arma letale da fondo campo.

Masha Volée

Gioco di gambe

Maria Sharapova è alta 1 metro ed 88 centimetri per 59 kg di peso. Già da questi numeri è possibile intuire quanto sia ostico per lei potersi muovere con scioltezza sul rettangolo di gioco. Il gioco di gambe può essere considerato il suo unico punto debole: se fatta spostare Maria prima o poi perde gli appoggi e diviene facile costringerla all’errore.

Masha Mobilità

MENTALITÀ

Maria Sharapova crede fermamente nel duro lavoro. Ciò ha fatto di lei una donna determinatagrintosadotata di una forza mentale fuori misura. Anche quando commette una serie di errori, difficilmente ciò avviene per un problema di concentrazione. L’indole di Maria, il coraggio esasperato, la sua impostazione ‘tecnico-tattico-mentale’ fanno di lei una tennista che affronta i suoi match camminando costantemente sul ‘filo del rasoio’. Rimproverata di essere fredda, inespressiva, altezzosa ed incapace di comunicare le proprio emozioni; la Sharapova è probabilmente stata guidata verso questa direzione. In campo appare sempre concentrata su se’ stessa. Difficilmente guarda la sua avversaria e, tra un punto e l’altro, preferisce girarle la schiena e fissare il piatto corde della sua racchetta. Questo come a lasciar intendere che a lei non interessa chi c’è dall’altra parte della rete: l’esito del match dipende da lei, dal suo tennis.

Masha Mentalità

UN RICORDO SPECIALE

E’ il 5 luglio del 2004 e si sta disputando la 118ª edizione del torneo di Wilmbedon; quando un diritto di Serena Williams si ferma sul nastro e una ragazzina di diciassette anni, russa dalla testa ai piedi ma americanissima nella mente, vince la competizione più prestigiosa del mondo. Quel giorno è avvenuto qualcosa di speciale. Lo sanno i due impetuosi papà che si abbracciano in tribuna. Lo sa  Alan Mills che, cosa ma vista prima, bacia la giovane e bellissima Masha.  Lo sa Masha, che si fa lanciare il cellulare per chiamare la madre e come un’attrice consumata monopolizza l’attenzione di tutti.

Masha Roland Garros 10